CHIAMATA DALL'OCEANO (parte 6)
- Nicola Terenzi

- 4 ott
- Tempo di lettura: 2 min
TORTOLA UNA SORPRESA
Ci sono cose che riecheggiano solo nell'oceano e nell' anima di chi le ha vissute, momenti che non si possono descrivere, solo parole al vento in un libro che non è mai esistito.
Alla fine siamo alle BVI!
Dopo due ore di intensa burocrazia in dogana ci siamo liberati.
I ragazzi non avevano i biglietti di uscita e non volevano accettarli sull’isola, fortunatamente sono riusciti ad acquistarli online sfruttando il Wi-Fi della dogana.
Lo skipper era furioso per il tempo perso, ma alla fine siamo riusciti a partire per Tortola.
All’ingresso della marina della dogana abbiamo anche sbattuto la prua contro un moletto, per fortuna nessun danno, ma abbiamo rischiato grosso proprio all’arrivo!

Non immaginavo un paesaggio così montuoso e verde. La nostra marina, Nanny Cay, sembra una piccola oasi.
A duecento metri dall’ingresso del porto, con 25 nodi di vento, l’entrata sembra stretta e incerta. Non sappiamo esattamente dove dobbiamo ormeggiare. Lo skipper comincia a innervosirsi; alla radio nessuna risposta.
Poco dopo, arriva un tender con a bordo un local dall’aspetto singolare: sembra un vero pirata.
Jeans, maglietta lunga, berretto, occhiali da sole e bandana tirata fino agli occhiali. Arriva a tutta velocità, mi lancia una cima e lo faccio salire a bordo.
Fin da subito si percepisce il suo spirito positivo: scherza lamentandosi che gli abbiamo interrotto il pranzo.
Con naturalezza prende il comando del catamarano e, canticchiando, ci guida verso l’interno del porto. Nonostante l’aspetto da corsaro, si muove con estrema sicurezza: manovra le leve come se stesse giocando con un modellino.
Ridendo, ci racconta che fa queste operazioni ogni giorno per i clienti e che possiamo stare tranquilli.
In pochi minuti siamo ormeggiati. Barca in banchina, tutto regolare: ce l’abbiamo fatta!
Ormeggiamo verso le 14 e ci mettiamo subito al lavoro per sistemare tutto in modo da essere poi liberi. Alla fine, fino alle 20 non alziamo la testa: laviamo il ponte, svuotiamo la cambusa dal cibo rimasto, puliamo bagni e cabine, buttiamo l’immondizia e portiamo a terra le 48 taniche da 20 litri vuote che avevamo accumulato a prua.
Ore 20:30: la doccia più bella dell’anno, in una delle marine più cool in cui sia mai stato.
Poi cena sulla spiaggia, in perfetto stile caraibico: un bel hamburger e una birra fresca.
Siamo arrivati. Si prospetta un weekend fantastico alle Isole Vergini, un vero paradiso per navigare: calette e rade da sogno, spot spettacolari per surf e immersioni. Un posto che merita davvero, anche solo per la gentilezza e la genuinità della gente locale, ben sopra la media. Un'
E sì… mi toccherà tornare anche qui.




