CHIAMATA DALL'OCEANO (parte 3)
- Nicola Terenzi

- 13 set
- Tempo di lettura: 5 min
SAFETY CHECK
Questa mattina abbiamo fatto il safety check, praticamente una prova di come abbandonare la nave.
È stato molto interessante provarlo realmente, perché ci siamo accorti di qualche piccolo ma molto utile dettaglio su cosa portare con noi e su come buttare la zattera di salvataggio in mare.
Devo dire che ora mi sento molto più sicuro: se dovessimo affondare, so esattamente cosa devo fare e sono consapevole che, facendo le cose giuste, i soccorsi possono trovarci facilmente. Se dovessimo affrontare un’emergenza, penso che la affronterei con determinazione.
Bisogna stare molto attenti con la cima attaccata alla zattera, perché, se nel trasportarla fuori dal catamarano, si tira accidentalmente la cima che fuoriesce, questa si autogonfia e sarebbe un vero problema se succedesse a bordo.
Ogni nostro salvagente è dotato di un localizzatore chiamato “AIS”, questo si attiva automaticamente una volta a contatto con l’acqua, inviando il segnale alle barche vicine.
Ha una portata limitata, circa 5–10 miglia massimo, ma è molto utile in caso di "uomo a mare" per ritrovare la persona.
Abbiamo poi l’EPIRB, un altro localizzatore che, a contatto con l’acqua, invia automaticamente un SOS con la posizione alla guardia costiera. Questo è molto utile per i soccorsi e ovviamente, in caso dovessimo abbandonare la barca, l’EPIRB va preso e portato con noi sulla zattera, avendo cura di non perderlo. Questo piccolo localizzatore ha la forma di una lattina con un’antenna e qualche pulsante per attivarlo anche manualmente.
Oltre a questo, abbiamo ovviamente anche la radio VHF per mandare il mayday. In barca si parla sempre di orario UTC, ovvero l’orario universale: durante comunicazioni di emergenza, evita di commettere errori con i vari fusi orari.
I telefoni poi risultano molto utili, collegati a Iridium, una ricetrasmittente che, pagando un abbonamento, permette di collegarsi mandando piccoli messaggi di testo, mail o addirittura chiamate (ad altissimo costo).
In caso di emergenza, quindi, dovremo preservare questI strumentI e la carica dei nostri telefoni.
Diciamo che lo skipper, per quanto riguarda la sicurezza, è stato molto meticoloso, cosa non scontata.
Ci ha inviato tutte le istruzioni delle apparecchiature elettroniche utili per queste evenienze.
A bordo, poi, abbiamo installato Starlink: la connessione Wi-Fi tramite i satelliti di Elon Musk,
300 giga per un mese, per guardare le previsioni e rispondere ai WhatsApp di lavoro: più che sufficiente.
Tutta questa strumentazione ha un costo che non tutti sono disposti a sostenere, tuttavia, a livello di sicurezza e prevenzione, il vantaggio è notevole. C’è solo da essere preparati.
NOTTI BALLERINE
Questa sera vedo tutti un po’ stanchi, a causa delle botte tra un’onda e l’altra dormire è diventato un impresa. Qualcuno ha anche il mal di mare, infatti non hanno mangiato quasi niente. Io invece mi sono appena fatto una bella frittatona con la cipolla e ora sarebbe il momento di andare a dormire, sono le 21.00 e il mio prossimo turno è alle 4.00 AM.
Mi preoccupa un po’ il fatto di sdraiarmi nella cabina frontale con la testa rivolta verso prua, ballando su e giù dopo questa cena... ma vediamo come va. Il mal di mare non l’ho mai provato, ancora. Del resto il divano è occupato, fuori è tutto bagnato, mi resta solo la cabina.
Entrando mi immagino i vecchi velieri dei tempi passati, chissà come se la passavano a bordo durante queste traversate. Ai tempi di Cristoforo Colombo, chissà come erano organizzati, quelle sì che erano imprese impegnative. Mi immagino anche gli schiavi sotto coperta, che sentivano scricchiolare tutto, le urla dei marinai, e l’acqua che scivolava sotto gli scafi con le raffiche di vento e le botte delle onde… per giorni e giorni, senza sapere neanche dove erano diretti e cosa succedeva fuori. Doveva essere veramente pesante.
Nel buio, per non disturbare il mio compagno già a letto, sono anche caduto. Fortunatamente la cabina è molto piccola, quindi praticamente mi sono appoggiato alla parete. Non è che ci siano condizioni estreme: è che l’onda è molto corta e si fa fatica proprio a stare in piedi. Proviamo a dormire.
Oggi giornata di alti e bassi: sole e vento, pioggia e raffiche da 30 nodi, poi a motore un’altra volta. Questa mattina ero motivato per preparare il pranzo, così ho fatto un chilo di pasta al sugo rosso con melanzane. Ne ho mangiata così tanta che, dopo aver sbrigato tutte le mie mansioni, mi sono addormentato sul letto di nuovo. Con la pioggia e il vento, del resto, il letto in cabina era l’unico posto confortevole.Un po’ malinconico, mi ha dato quasi l’impressione di essere su un traghetto mentre aspetti di arrivare. Ma non è questo il mood con cui voglio approcciare il viaggio, anche perché siamo solo all’inizio.
Comunque, in 6 su un 42 piedi, se fuori è inagibile non rimane molto spazio.
Comincio a sentire il bisogno di fare un po’ di sport, spero che le belle giornate ci offrano presto la possibilità di sfruttare gli spazi esterni e di poter fare una sorta di doccia senza prendere la polmonite.
Questa sera sembra che si sbatta meno, forse si può dormire senza rimbalzare sul materasso. Ha smesso di piovere e il cielo è particolarmente stellato, sembra che il vento stia piano piano girando… incrociamo le dita per domani.
POSIZIONE: 24°46’ N, 024°17’ W, BELLA GIORNATA
Finalmente una serata come quelle che aspettavo, con il cielo e il mare tutt’uno, dove l’orizzonte si confonde con le stelle.
Bella giornata, la luce del sole filtra dall’oblò della cabina. Mi rendo conto solo ora, svegliandomi, di qualche bella facciata che ho tirato nella notte sul materasso.
L’acqua scorre veloce sotto gli scafi, da dentro la cabina sembra quasi di essere su un videogioco.
I motori sono spenti, ottimo, ci deve essere un bel vento! Andiamo a vedere fuori… buongiorno!
Oggi abbiamo raggiunto i 12 nodi a vela giù da un’onda, non male!
È stata una gran giornata di vento, un po’ ballerina, ma almeno si viaggiava.
Per pranzo: cappelletti comprati alle Canarie, con brodo concentrato, pensavo peggio.
Questa sera di nuovo senza genoa, solo randa con due mani di terzaroli. Di notte lo skipper vuole stare dalla parte del sicuro, anche se sinceramente un pelino di genoa controllato non mi dispiacerebbe.
Mi sto un po’ annoiando, un po’ perché con tutta l’elettronica praticamente la barra non si tocca mai, al massimo si spingono due bottoni per aggiustare la rotta in base al vento, e un po’ perché, essendo una barca nuova da consegnare, lo skipper vuole sempre essere chiamato per ogni tipo di manovra sulle vele, rendendo tutto un po’ limitante.
Da una parte lo capisco, dall’altra però… è un po’ pesante alla lunga.





